Manuela Vullo: il WMC ci aiuta a districarci nei labirinti di idee confuse che tolgono chiarezza ai siti web
Seconda puntata delle nostre interviste incrociate. Erica intervista Manuela Vullo, copywriter e SEO webwriter
Erica: Ciao Manuela, ci racconti qualcosa di te e del tuo percorso professionale?
Manuela: Da quasi 20 anni mi occupo di scrittura professionale come copywriter, ufficio stampa e scrittura per il web. È un mondo che è cambiato molto con il digitale e ho accompagnato il cambiamento aggiornandomi sempre, per acquisire nuove competenze e adeguare la mia scrittura alle regole dei nuovi canali e media.
Da qualche anno la scrittura per il web SEO oriented è diventata la parte fondamentale del mio lavoro: testi ottimizzati per siti web, contenuti che trasmettono un valore per blog, newsletter, portali informativi e e-commerce. Creo contenuti nell’ottica di facilitare l’esperienza di chi naviga e faccio un grande lavoro di progettazione dietro le quinte per trasmettere l’identità dei miei clienti e il loro messaggio con le parole giuste.
E: Com’è nata l’idea del Website Model Canvas?
M: Nell’estate 2019 ho affrontato il primo progetto di un sito web in team con Erica, una collega con cui c’era stato subito feeling. Il committente era al suo primo sito e si affacciava a una nuova professione. È facile immaginare che avesse le idee un po’ confuse, a partire dalla sua identità di brand e per continuare con i servizi da proporre e le funzionalità che il sito doveva avere. Continuavo a prendere appunti e a elaborare schemi per confrontarmi con Erica, nel tentativo di mettere ordine e di aiutare il cliente. Quando Erica mi ha parlato della sua idea di creare un Canvas per guidare la progettazione del sito web, sulla scia del Business Model Canvas, ne sono rimasta entusiasta. Avevo lavorato al Business Model Canvas all’inizio della mia attività da freelance, lo avevo rifatto in seguito e proposto a dei clienti. Insieme abbiamo ideato lo strumento sintetico e intuitivo che poteva risolvere quel momento di stallo e aggregare in modo logico suggerimenti, dubbi, desideri.
E: Qual è secondo te la caratteristica vincente del WMC?
M: Sicuramente la sua capacità di sintesi: racchiude in uno schema di 10 caselle tantissime variabili ed è consultabile a colpo d’occhio. Lo appendi nella bacheca accanto alla scrivania e ti senti rassicurata, sconfiggi quella sensazione ansiogena di aver dimenticato qualcosa di importante o di non aver spiegato bene al web designer la tua esigenza. E poi è uno strumento intuitivo che non necessita di competenze particolari. Lo abbiamo usato con imprenditori dal background molto diverso e tutti ne sono stati coinvolti attivamente e soddisfatti.
Credo che il WMC sia un esempio del design che incontra le esigenze delle persone e semplifica le procedure.
E: Ripensando alle tue consulenze prima dell’utilizzo del WMC, c’è un sito, o una categoria di siti, in cui il supporto del WMC avrebbe potuto fare davvero la differenza?
M: Devo dire che il WMC mi ha finalmente tolto da una sensazione frustrante che come copy ho vissuto più volte. Spesso (oggi sempre meno, per fortuna) i testi di un sito web non erano pensati come parte integrante del “progetto sito”. A volte non si sapeva che li avrebbe fatti, si cercava di recuperare i testi esistenti di una brochure o cose del genere.
In particolare penso ad alcuni progetti di e-commerce, che con il web Model Canvas avrebbero potuto essere più mirati sul target ed efficaci.
Un e-commerce è un investimento importante, bisogna ponderare in anticipo ogni aspetto che comporta il suo successo e valutare l’impatto di tanti fattori sul visitatore e sulle sue decisioni di acquisto.
Il WMC ti obbliga a considerare in anticipo il ruolo dei contenuti testuali e delle informazioni da includere: scegliere un template anche in base al ruolo che la parola scritta deve avere (sembra scontato, ma a volte ho lavorato con template scelti per motivi estetici in cui la didascalia prodotto aveva un massimo di caratteri fisso insufficiente a raccontare il prodotto), sapere chi in azienda può trasmettere al copy le informazioni da rielaborare.
C’è un altro fatto da considerare: quando compiliamo il WMC con un cliente mi trovo una mole di materiale grezzo utilissimo per scrivere i contenuti del sito, so già qual è il tono di voce, a quale tipo di cliente vogliamo parlare, cosa vogliamo sottolineare, i bisogni a cui il prodotto risponde. In questo modo la fase di scrittura è più rapida, mi permette di avere una visione globale coerente fin dall’inizio e ha un costo minore.
E: Quale consiglio daresti a chi ha bisogno di portare il suo business online o di riprogettare la sua presenza online?
Spendi più tempo sul progetto, per capire cosa vuoi comunicare e a chi vuoi arrivare. Preferisci i professionisti che si fanno (e ti fanno) tante domande e diffida da chi fa tutto semplice.
Fare un sito non è solo individuare una grafica carina e due/tre colori accattivanti e poi inserire dei titoli ad effetto. Quel sito sarà la tua casa online, non puoi rischiare che nessuno entri o non capisca cosa deve comprare/imparare e come fare per completare un’azione.
Siamo Erica e Manuela, lavoriamo da anni nel mondo del web, realizzando decine di siti.
Con il Website Model Canvas abbiamo ideato lo strumento visivo utile a progettare il sito web perfetto per i tuoi obiettivi, unendo marketing, design e business.

Erica Bortolussi e Manuela Vullo
Creatrici del Website Model Canvas
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